“E’ solo rendendo la cultura libera che il potere di fatti riesce a controllare la società, o meglio, evita l’insorgere di dissidi che da latenti possono diventare dirompenti.
La cultura allora funge da cuscinetto, in grado di assorbire le tensioni sociali, incanalandole entro i crismi della creatività.
Ed è per questo che il potere dovrebbe finanziare la crescita della cultura e delle arti, esortando alla sperimentazione, fornendo tutta la libertà di cui necessitano. Così avviene nelle democrazie più evolute, in tal modo assicurando una stabilità agli assetti sociali, fonte di ulteriore crescita e benessere per la collettività intera.
Laddove uno stato non raggiunga un’ analoga consapevolezza, allora opera con il rozzo strumento della censura.”
Spunti tratti da una “chiacchierata” con una direttrice di teatro.
p.s: parole assolutamente controverse, direi spregiudicate, ma che di certo non si può affermare non incitino alla riflessione…
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