Ho una personale percezione.
Il ricordo di un viaggio, a distanza di mesi, passato per il filtro della memoria, è sempre differente dal suo reale svolgimento. O meglio, non che finisca per travisare fatti ed accadimenti: se sono andato in un preciso luogo ed ho compiuto una specifica sequenza di azioni, tale ne è la memoria, uguale il ricordo. Piuttosto è come se elaborassi il viaggio, attribuendogli significati particolari, associando un “senso” ben lontano da quello che le prime emozioni erano state in grado di comunicarmi. Direte che si tratta di qualcosa di piuttosto normale ed io concordo pienamente: la caterva di sensazioni generata da un viaggio, dalla vista di un nuovo luogo e soprattutto dall’ interazione con un contesto sociale differente, non può che stordire, generare un “tilt” di emozioni, che poco lascia all’analisi (s)ragionata. Detto ciò, assodato che oramai ho un ricordo stereotipato -mi auguro non intriso di pregiudizi, quanto piuttosto riconducibile all’ elaborazione che il mio sentire nel corso del tempo ha pure originato- delle città visitate in passato, una domanda, la vostra, sorgerà spontanea: ed allora? Di cosa stai scrivendo? Tipica prolissa deriva.. Ma no , mia intenzione è piuttosto fare un rapido elenco di quei frammenti di immagini ed avvenimenti che una quattro giorni di scorribande per due contigui stati della mitteleuropa ha deposto sulla superfice della mia memoria: non elucubrazioni di chissà qual valore, solo quel sottile strato di impressioni che pure gli eventi sono in grado di portare in dote, prima che il costrutto della ragione e del ricordo possa prendere il sopravvento (iniziando a comporre, elaborare, conferire in senso e significato).
Lo strudel e l’odore di cannella. La cannella sul cappuccino
Il cornetto con prosciutto e formaggio che sa di sofficino
Le ragazze di Bratislava ed il loro senso del pudore.
I supermercati di Bratislava
La proverbiale diffidenza delle gente di Bratislava
Bratislava così piccola da incontrare sempre la stessa gente
Il silenzio surreale che pervade le strade di Bratislava
I no comment laconici alle fermate
A piedi scalzi nell’ostello: non io, tengo a precisarlo
L’elefante americano e le sue trribili ( non si tratta di un errore, quanto piuttosto ha un valore onomatopeico) puzze
La simpatia spagnola
Vienna ti vorrei conoscere di più. È stato solo un fugace incontro. Perdonami, ma in parte è stata anche colpa tua. Potevi anche essere meno cara
Una 0,50 di ottima birra (scura, dal sapore tostato, schiumosa) a 1,50 euri
Bratislava e le periferie con casermoni retaggio ex unione sovietica
I dubbi circa la sincerità dell’ affetto delle ragazze del posto: l’empire
I consigli di monica?!
Le abuffate di dolci da Tesco
La torta sacher e Vienna
Il terribile bagno kitsch della metropolitana di Vienna: solo una foto sarebbe in grado di testimoniarne il cattivo gusto
Il narghilè alla mela e menta
Sul treno, svegliarsi con le grasse risate delle donnone slovacche al ritorno da una giornata di lavoro da Vienna: chissà di cosa stavano parlando?
Il ragazzo uruguaiano di origini italiane che adesso vive in Svezia ed è fidanzato con una finlandese: sul tram smanaccia pacchi e pacchetti tirati fuori dal suo immenso zaino da viaggio. Prodotti tipici della cucina slovacca, di cui disconosce le modalità di preparazione, ma che si ostina a portarsi indietro da ogni viaggio. Un encomio per la costanza: quanto al confronto son io provinciale!
I caldi caffè dentro i quali rintanarsi quando il freddo intorpidisce
Il mio piumino che decide di porre fine all’uso della cerniera proprio quando i suoi servigi sarebbero più graditi
Io , all’aeroporto, montgomery sotto, piumino rotto sopra
La calzamaglia che ben poco sopperisce al freddo
La vodka lemon, ovvero un bicchiere di vodka ed un limone spremuto
La hoegarden con il limone dentro
La riedler: gassosa e birra. Associazione assai discutibile
Il tram che ci lascia a piedi: nove chiassosi trolley vagano per la periferia di Bratislava, scansando ghiaccio e mucchi di neve
Il vento , il ghiaccio e la neve
Il novantenne (credo) seduto da Mc Donalds che legge il “The Guardian” , bardato con vestimenti in chiaro retaggio ex impero asburgico
Poca voglia di fare le foto: le mani rintuzzate nelle tasche del giubotto, ben riposte negli immancabili guanti.
La crema glydorèe panaceo alle mani gelate
Il ragazzo del lago di garda ed il suo amico barbablù, quest’ultimo proprietario dell’ ipotetico miglior caffè di Bratislava. Il ragazzo del lago e la Bat Cave, presunto ex rifugio anti atomico, adesso riconvertito in club dove si tengono non specificate tranquille serate . Il ragazzo del lago seduto di fronte alla reception del Patio Hostel con lo sguardo fisso nel vuoto. Il viso del ragazzo del lago, la sua capigliatura, il suo essere ci ha innegabilmente turbati. Dubbi, perplessità, inquietudine, ma soprattutto un quesito: Barbablu e Bat Cave esisteranno veramente? Lui, il ragazzo del lago sarà mai stato in questi posti o tali sono solo il frutto della sua immaginazione. E soprattutto sarà riuscito a recuperare i 10 euro della caparra depositata all’ostello, ultima fonte di sussistenza per i giorni a venire. Forza ragazzo del lago, tieni duro.
( Dopo giorni di ricerca siamo almeno riusciti ad accertarci dell’esistenza della bat caverna, in realtà Subclub: Barbablù non pervenuto.)
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